Il Bayern Monaco è campione d'Europa per la sesta volta nel corso della sua straordinaria e possente storia. I bavaresi scolpiscono ancor più forte il loro nome tra le regine d'Europa: trionfo rosso a Lisbona, decide a sorpresa l'uomo che non t'aspetti, Coman, che riscatta infortuni su infortuni e regala l'1-0 che spedisce in Baviera la coppa dei campioni più lunga e tormentata, l'edizione 2019/20. 11 su 11 per la corazzata di Flick, un Bayern straordinario che mostra eccome d'essere la squadra più forte d'Europa, vincendo tutte le gare dalla prima all'ultima. Trionfa la squadra più vera, quella che ha saputo ricostruire meticolosamente, un gruppo vero, che gioca calcio a viso aperto e presenta tutto: esperienza, gioventù, quantità, qualità.
LA GARA
LE SCELTE: BAYERN A VISO APERTO, PSG EQUILIBRATO Tuchel molto protetto. 433, Marquinhos riproposto addirittura davanti la difesa a far schermo, lì dove agisce Muller. Herrera e Paredes (Verratti non al meglio) mezzali di gestione, ottima qualità (grande esperienza nel caso di Ander) ma pochissimi inserimenti. Per questo spetta al trio fantasia davanti Di Maria - Neymar - Mbappè far la differenza e colpire in contropiede, tipicamente falso nueve (10 anni dopo, ancora guardiolismo). Il Bayern dall'altra parte tranquillo, offensivo, Alaba centrale e rivelazione Davies chiamato a galoppare sulla sinistra. 4231 a trazione anteriore: in mediana l'unico equilibratore è probabilmente il più forte quest'anno in quel ruolo, Leon Goretzka, al suo fianco addirittura la qualità di Alcantara. Muller dietro Leva, torna Coman e comporre un pacchetto di ali spregiudicato a viso aperto con super Gnabry, anche lui nel suo anno migliore.
PRIMO TEMPO FRIZZANTE Partita tattica ma gradevolissima già bel primo tempo. Il PSG per trame prova a colpire in ripartenza, il Bayern prova a sviluppare il suo gioco ma non sembra spumeggiante e brillante come sempre. Come si sa, sono gli episodi a far la differenza, ma nonostante le diverse occasioni importanti la gara non si sblocca. PSG pericolosissimo quando si distende: Neymar brilla, Mbappe meno e spreca. Clamoroso l'errore alla fine della prima frazione, dove passa il pallone a Neuer invece di spaccare la porta. Dall'altra parte palo clamoroso in girata di Lewandowski, ma ci aspettava qualcosina di più dai bavaresi. Orsato (già, c'è un pizzico di Italia fortunatamente) fischia due volte e si va all'intervallo lungo a reti inviolate.
Nella ripresa esce alla grandissima il Bayern, spavaldo, dominante, anche grande squadra scrutando il momento giusto per colpire. E arriva all'ora di gioco: quando uno spiovente perfetto pesca Coman, l'uomo che non t'aspetti, tutto solo sul secondo palo. Colpo di testa perfetto, facile facile, un cioccolatino su cui il pluricampione Keylor Navas stavolta non può proprio nulla. Ci si aspetterebbe la reazione parigina, ma i centrocampisti non accompagnano, Draxler scarsa personalità entra nullo, Icardi resta inspiegabilmente a scaldare la panca e Choupo stavolta non incide. Il Bayern gestisce, anche con la qualità di Coutinho. Rinuncia al suo calcio spettacolo nel finale, la posta in palio è troppo alta, panchina tutta in piedi e alla fine Orsato fischia tre volte: il Bayern è campione d'Europa.