Francesco Acerbi, Top Player e realtà assoluta: la storia di un guerriero mai domo

di Alessandro Bonifazi

La storia di cui si parla oggi non è una di quelle che si sentono spesso. Anzi, è proprio un inedito!

Sebbene la proverbialità del titolo riportato sopra inviti a una ripetitivo susseguirsi di fattori, quanto accaduto al protagonista di oggi rasenta il limite della stranezza, a tratti potrà sembrare ridicolo al caro lettore.

Acerbi Francesco, lombardo doc, nasce il 10 febbraio 1988 a Vissolo Predabissi, situata oggi nella città metropolitana di Milano.

Francesco è una persona a cui piace giocare a calcio, ma ogni tanto qualche partita col destino se l’è fatta…

Partiamo dal campo

Tramite un giro d’affari del consolidato asse Genova-Milano vede il Genoa possedere per intero il suo cartellino e girare il gigante su sponda rossonera, permettendogli così di realizzare il sogno di vestire la maglia del Milan.

Acerbi ha stazza, 192 cm, un colpo di testa deciso e soprattutto non è privo di coraggio e responsabilità. A soli 24 anni fa sua la maglia magica, la numero 13, galvanizzato dall’idea di diventare l’erede naturale di Alessandro Nesta. Meglio ancora, perché lui è lumbard mentre l’altro è de Roma (ricordate le partite contro il destino, vero?) e l’ultimo lombardo al Milan che giocava in difesa era un certo Paolo Maldini. Ergo, questo matrimonio s’aveva da fare.

Malgrado i presupposti, quella che doveva essere l’occasione della vita si rivela essere un vero e proprio incubo: poche presenze, rendimento sotto le aspettative, una fiducia che si fa sempre più minima da parte dell’allenatore.

In tutti i sensi, sono tempi acerbi e poco allegri!

Francesco non ce la fa, la caduta del gigante sembra prossima.

Continuiamo con la vita

Neanche sei mesi e viene mandato in prestito al Sassuolo. Qui il mondo gli crolla addosso: timori poco piacevoli cominciano a farsi strada nella testa del calciatore. Timori che,purtroppo, sono destinarti a diventare realtà!

Un nodulo al testicolo pone Francesco di fronte a una scelta estrema: non ci sono vie di mezzo. È un all-in con la vita,  una partita, questa, dove ci si gioca tutto. Sogni, speranze, ambizioni… 

Con quel coraggio che mai gli è mancato decide di non mollare e combattere.

Al San Raffaele l’operazione va a buon fine. Viene asportato il testicolo e Francesco è già in campo a correre.

Ma evidentemente era solo il primo tempo. 

Il tumore non demorde…e torna con le peggiori intenzioni.

Si dice che le cose più care assumano valore quando si stia per perderle. Ed è qui che scatta qualcosa: dopo mesi di chemioterapia, non è solo la biologia di Francesco a cambiare, liberandosi del “sommo male”!

Francesco è diverso, non ha semplicemente sconfitto un pericoloso tumore, ma ne ha preso coscienza.

La Fede, sembra essere stato un prezioso alleato: quando hai 25 anni e inizi a leggere la parola FINE all’orizzonte hai poco a cui appigliarti.

Si è affidato, ha iniziato a pregare.

 La vita, da che sembrava avergli voltato le spalle lo ha recuperato “ai supplementari” e ha riportato un giovane di belle speranze ai suoi cari…e la genesi di un campione  al calcio!

Il campo è uno specchio dell’anima fedele: quando la testa non c’è, neanche i piedi rispondono.

E se le cose iniziano prima di cominciare, Francesco ha registrato il suo peggior momento poco prima che la bomba esplose.

Ciò che è seguito è entrato nella storia (o almeno stava, prima che un altro male piombasse sul mondo): nei suoi anni emiliani recupera il tempo lontano dal campo, levandosi qualche sfizio, come nel 2014, anni in cui viene convocato da Prandelli per vestire, seppur brevemente, la maglia azzurra. Post Nubila Phoebus!

Ma il meglio deve ancora venire.

Il destino chiama, beffardo

La vita è strana e Acerbi ne sa qualcosa: avrebbe mai creduto, se glielo avessero detto, di diventare il nuovo Nesta…dove Nesta è nato?

Ebbene sì, Francesco non sceglie il 13, bensì il 33 (riferimento religioso?)

E dà vita a qualcosa di incredibile: prende le redini della difesa biancoceleste, la traina, la doma, la coordina con la stessa semplicità con cui Beethoven componeva sinfonie.

Lui, l’uomo senza un testicolo, diventa il più virile di tutti.

Il vero leader di questa squadra.

 
 
Alessandro Bonifazi