ESCLUSIVA - Guido Nanni ricorda il selfie di Totti sotto la Sud: "Fu una cosa incredibile, ecco cosa accadde..." E poi svela un aneddoto su Szczesny...

di Matteo Corona

Guido Nanni, preparatore dei portieri della Roma dal 2010/2011 al 2015/2016, ha vissuto da vicino svariati derby. Oltre ad essere stato un punto di riferimento prezioso all’interno dello spogliatoio, ha instaurato con Francesco Totti un’amicizia speciale. L’undici gennaio del 2015, in occasione dell'atteso match con la Lazio, è l’unico a sapere dell’esultanza pensata - in caso di gol sotto la Sud - dallo storico capitano giallorosso. Ed è lui che, prontamente, gli passa il telefono per fargli scattare il celebre selfie sotto la Curva romanista. Un momento che rimarrà negli annali del derby della Capitale. Oltre a questi attimi carichi di emozioni, il suo contributo ed il suo lavoro hanno avuto risultati brillanti: basti pensare a Wojciech Sczesny. Col polacco c'è anche un simpatico aneddoto. Guido Nanni si racconta nell’esclusiva di www.footballstation.it, ricordando alcuni momenti dell’esperienza nei lupi, ma non solo. Tra presente e futuro gli obiettivi sono molteplici.

PRESENTE E FUTURO

Come procedono i progetti con la Totti Soccer School?

“Stiamo portando avanti questo progetto. Era da tanto che volevo intraprendere queste iniziative, a prescindere dal mio futuro. In questo periodo non sto allenando ad alti livelli e quindi ho colto l’occasione. L’idea è comunque quella di tornare ad allenare. Aspetto l’offerta giusta. Non bisogna sbagliare adesso, non voglio avere la fretta di tornare. Bisogna ponderare bene le cose, avere pazienza. C’è qualcosa che sta girando, vediamo se si può portare a termine, o per questa stagione o per la prossima”.

Il 3 febbraio ci sarà uno stage alla Longarina. Ce ne parla?

“Questi sono stage che faccio ogni 2-3 settimane alla Totti Soccer School. Francesco è un amico e quindi c’è la possibilità di usufruire della splendida struttura. Sto facendo anche molte lezioni personali durante la settimana”.

IL DERBY, LE EMOZIONI E IL SELFIE DI TOTTI E...

Quale sentimento prevale nei giorni pre derby?

“In sei stagioni alla Roma ho vissuto tanti derby, circa sedici-diciasette tra campionato e Coppa Italia. Quando hai la fortuna di fare questo lavoro - uno dei più belli al mondo - e quando sei tifoso della squadra di cui sei allenatore/preparatore sono partite molto particolari. Il derby era l’unico appuntamento dove non riuscivo ad entrare in campo prima del riscaldamento. È una partita troppo sentita per noi che siamo anche tifosi”.

Il selfie di Totti è stata una trovata geniale, un gesto  che ha "esaltato" una doppietta magnifica. Lei ha fornito un assist speciale nella circostanza...

“Quel giorno ci prende di sprovvista un pò a tutti. Io sono l’unico a sapere di questa sua idea. La mattina del derby, terminata la solita colazione a Trigoria, si avvicina e mi comunica che ha in mente una cosa particolare. Mi dice espressamente che, dopo il gol sotto la Sud, avrei dovuto portagli il telefono perché si sarebbe scattato un selfie. Lui aveva già immaginato tutto. Arrivati allo stadio, finito il riscaldamento, prima di entrare in campo, si avvicina nel sottopassaggio e mi consegna il telefono, ricordandomi il mio compito. Sono incredulo. Inizia la partita, andiamo sotto di due gol e a fine primo tempo siamo distrutti. Nella ripresa segna quasi subito, ma non posso portagli il telefono perché stiamo perdendo. E poi, sul 2-2, scatto come una molla. Una cosa fantastica, aveva pensato e immaginato tutto. Noi che lo abbiamo visto da vicino possiamo dire ancor di più che è di un’altra categoria, un’altra cosa”.

Francesco Totti, nel vivere i derby, era più “ansioso” da calciatore oppure ora che non può dare il suo contributo in campo?

“Negli ultimi derby che ha giocato, ha dimostrato grande maturità. Con l’esperienza si migliora e si cambia. Se ci ricordiamo Francesco i primi tempi era molto preso. Era normale succedeva a me che non giocavo, figuriamoci a lui o a Daniele (De Rossi, ndr). La maturità lo ha fatto tranquillizzare. Lo vive in modo tranquillo”.

Un’immagine o un momento che si ricorda in queste circostanze di Totti e De Rossi?

“Ho l’immagine di loro due tesi e concentrati, perché il derby di Roma viene vissuto a trecentosessanta gradi. Io li vedevo così. Magari i miei collaboratori ed il mio staff mi vedevano allo stesso modo. Durante la partita c’è lo sfottò che ti rompe un pò le scatole. I francesi, per esempio, o comunque qualche calciatore proveniente da campionati esteri non riuscivano a capire a pieno il significato della partita ma, una volta giocata, si rendevano conto a pieno”.

Totti è ancora capace di colpi da maestro nella Lega Calcio a 8...

“Francesco poteva giocare tranquillamente un altro anno, ma anche due. Fisicamente è un toro, si è sempre curato. È un professionista esemplare nello stare attento. Geneticamente ha una forza incredibile. Io non mi meraviglio di quello che sta facendo e penso che poteva fare ancora molto”.

Che consiglio darebbe Totti al gruppo attuale della Roma dentro lo spogliatoio prima di entrare in campo contro la Lazio?

“Di pensare che sia una partita normale e come le altre e non il derby. Non lo è ma bisogna farlo perché altrimenti si stravolge tutto. Entrare in campo e dare il 100.000%. Gli accorgimenti tattici in queste partite cambiano continuamente. Tutto quello che si era preparato viene stravolto”.

CAPITOLO PORTIERI E ROMA ATTUALE

Tra De Sanctis e Szczesny c’è ancora un gran sintonia. Ci racconta il suo rapporto con i due?

“Ho avuto la fortuna di allenare due grandi portieri. Il mio ultimo anno di Roma ho avuto questi due giocatori fenomenali. Uno era a fine carriera, con alle spalle tante partite di A, uno dei portieri più regolari e tecnicamente più forti. Per quanto riguarda Szczesny, lo abbiamo preso con Garcia dall’Arsenal. Ha fatto un anno incredibile, ha avuto dei miglioramenti eccezionali. Si è instaurato un gran feeling con lui, di grande stima. Una persona acculturata e disponibile, un diamante grezzo che si è messo a disposizione da noi. Ha lavorato in maniera pazzesca. Adesso è uno dei portieri più forti al mondo".

Un aneddoto relativo a Szczesny? 

“Dopo la tournée in Australia ed in Indonesia, ho svolto l'allenamento da solo con lui. Avevamo due giorni di riposo, ma lo avevamo appena preso e voleva allenarsi. Gli ho detto che mi scusavo per il mio inglese in quanto non era perfetto. Lui, che ha una furbizia incredibile, mi ha risposto in italiano perfetto, dicendomi di non preoccuparmi che lui sapeva l’italiano alla perfezione. Io sono rimasto come uno scemo, ci siamo messi a ridere con il nostro interprete. La lingua è importante, il mettersi subito a disposizione è fondamentale. Il portiere deve colloquiare molto con la difesa”.

Cosa ne pensa di Pau Lopez?

“Le aspettative erano enormi, in quanto è stato pagato molto. Viene da un altro campionato. E' stato preso da quello che so per la sua grande capacità nel gioco con i piedi da dietro. Ha dimostrato di avere queste qualità, mi sembra abbastanza regolare, lineare, esplosivo e tecnicamente valido. Deve ancora imparare tanto, non posso giudicarlo perché lo devi allenare per poterlo fare”.

Che parere si è fatto del lavoro di Paulo Fonseca?

“Non lo conosco benissimo. Come ho detto bisogna lavorarci a stretto contatto per poter giudicare. Ha fatto benissimo con lo Shakhtar, ha un gioco esplosivo. Sta dimostrando di essere un allenatore intelligente e risolutivo, non ha voluto stravolgere e si è adattato. E’ una bravissima persona da quello che mi dicono, è preparata. Fino adesso ha fatto bene. Anche se scotta molto l’eliminazione dalla Coppa Italia”.

Un giudizio su Lorenzo Pellegrini?

“L’ho visto crescere. Era nella giovanili quando ero preparatore. È un ragazzo splendido, un ragazzo d’oro. Se lo merita, sono contento. Spero faccia sempre meglio con la Roma e con la Nazionale.
 
Quanto perde la Roma senza Zaniolo?

“Ha dimostrato qualità incredibili sia a livello fisico sia a livello tecnico. Paragoni con Totti? Non esistono. Lo ripetiamo da un’eternità, Totti è uno dei calciatori più forti ed importanti nella storia del calcio. I paragoni non reggono e non servono. Zaniolo sta dimostrando grande attaccamento alla maglia e questa è la cosa più importante. Sono convinto che, una tornato dall’infortunio, diventerà ancora più forte del giocatore che è adesso”.