Conte, che sfogo! Ore turbolente, clamoroso addio a fine stagione?

Clamoroso sfogo, attacco chiaro e diretto alla società. Quello di Antonio Conte, tecnico che proprio no, secondo non sa arrivare. E vive male, tutto questo. Ma per vincere serve altresì essere società forte, fare da scudo tra stampa, ambiente e centro sportivo, cosa che stando a quanto trapela dalle parole di Conte quest'anno è mancata. E dopo il secondo posto, per Conte sempre un fallimento, si sfoga, eccome. Attacca il club, la società, la dirigenza, la presidenza e forse.. pure il suo Beppe Marotta. E non la tocca piano, non le manda certo a dire: forse avrà saputo toccare le corde giuste, gli argomenti giusti, ma pur sempre attaccando in pubblico e sopra le righe il suo datore di lavoro. Per questo i rapporti scricchiolano, nonostante il suo curriculum, nonostante quest'Inter abbia scelto di tornare a livelli importanti con Spalletti per poi puntare tutto su Conte per scacco matto finale e lottare per lo Scudetto. Adesso l'Europa League, poi si vedrà. Antonio ha lasciato intendere che dovrà fare delle valutazioni, senza riferisci al mercato, ma proprio al modo d'esser che dovrebbe avere una società vincente. Leggete tra le righe. 

"Questi 82 punti sono soltanto miei e dei giocatori. Qualcuno oggi è salito sul carro e non doveva farlo. Perché le palate di cacca ce le siamo prese tutte noi. È stato un anno molto duro, soprattutto a livello personale per me. La stagione mi è piaciuta zero. La società è stata debole, zero assoluto nella protezione a calciatori e allenatore. Le palate di 'cacca' le abbiamo prese noi e i calciatori, ognuno ha curato il suo orticello. Io ho un difetto: a differenza di altri, ho una visione. E non sto parlando di mercato. C'è un'intervista del febbraio 2017 in cui Spalletti denunciava cose gravissime, nel 2020 siamo punto e a capo. Se vogliamo ridurre il gap con la Juve si deve crescere dentro e fuori dal campo, bisogna capire se si possono fare questi miglioramenti, anche il proprietario si vedrà se lo capisce... Io ci metto la faccia fino a un certo punto, ma nessuno è scemo: il parafulmine si fa il primo anno, errare è umano ma perseverare è diabolico. A fine stagione faremo le nostre valutazioni, io farò le mie, e non sto parlando minimamente del punto di vista tecnico".