Dopo 4 anni di passione, ambizione e legame, termina oggi una delle storie d'amore più belle del calcio britannico, quella tra Nuno Espirito Santo e i Wolves. La società ha annunciato la separazione consensuale col tecnico portoghese a fine stagione: quella col Man United sarà l'ultima gara da tecnico dei Lupi arancioneri.
Lascia dopo 4 anni d'affetto e d'abbracci: gran bel manager e gran persona, leale, genuina, passionale, vecchio stampo, riconoscente al suo staff, una figura alla Pochettino. Gran connection col popolo Wolves, gran connection con città e contesto, una sfida che ha accettato dal giorno 1, tuffandosi a capofitto in un quadriennio di emozioni. Un progetto calcisticamente sviluppato alla grandissima, dal ritorno in Premier fino all'Europa, con un piazzamento a metà classifica che quest'anno, in armonia, chiude il cerchio, proprio come nella vita. Ha saputo scommettere, s'è rimesso in gioco dopo Valencia, ripartendo dalla cadetteria, credendo nell'ambizione della società, sviluppando al massimo, costruendo gruppo e filosofia, costruendo un certo tipo di football, valorizzando talenti come Jota o Traorè, proiettando Raul Jimenez nell'elite, rilanciando Moutinho e spedendo pure la qualità di Ruben Neves in Nazionale. 3421 ad avvolgere, ritmo straordinario, nonostante una mediana solo qualità. Calcio moderno all'ennesima potenza: bello e fisico. Allenatore dal cuore d'oro e signore vero, uno in grado di entrare nella testa dei calciatori sia per meriti sportivi che morali/umani.
