Una delle semifinali più belle di sempre: manifesto FA Cup, plurisecolare incantesimo. Ecco perché sotto l'arco ha vinto Coventry, comunque

Una delle semifinali di Coppa d'Inghilterra, quantomeno dell'età contemporanea. Con tanti saluti a chi cerca di screditarne fascino, a proprietà che per motivi economici snobbano la Coppa d'Inghilterra. La magia della FA Cup, sotto l'arco, non ha tradito. Ancora una volta. E sarebbe anche sbagliato asserire o titolare quel che ha "rischiato di scrivere" il Coventry. Errato. Quel che ha scritto. Perchè resta e resterà. Nel calderone dei valori plurisecolari della coppa nazionale più antica del Vecchio Continente non c'è spazio per schiavisti, risultatisti, avidità. Solo emozione. E valori. Pur perdendo, pur perdendo soltanto ai rigori, il Coventry ha vinto. Ha vinto il calcio inglese. Gli Sky Blues, tradizione primissimi 2000 di vecchia Premier e istituzione dell'antica First Division, ha spiegato a tutto il pianeta, ancora una volta, cosa significhi FA Cup. Perché 16 anni dopo una squadra NON di Premier era vicinissima a scalare l'ultimo gradino, quello per le porte del paradiso, l'accesso alla finale di Coppa d'Inghilterra. L'ultima volta fu Cardiff, poi sconfitto di misura dal Portsmouth di Redknapp, decise un Kanu al tramonto della sua pur nobile carriera, nigeriano ex Inter ed Arsenal. Un Coventry, ottavo e lontanissimo dai playoff in Championship, che ha sfiorato il coronamento di una delle imprese più grandi. Soprattutto per climax, soprattutto per una delle rimonte più impronosticabili e impensabili di sempre, ai confini della razionalità umana.

RIMONTA EPOCALE Ma siamo in FA Cup e tutto può succedere: ecco perchè quando ogni speranza sembrava tramontata, a gara normalmente chiusissima, a 20 dalla fine gli Sky Blues ribaltano tutto sul 3-3 e conquistano i supplementari lasciando stropicciare gli occhi di qualsiasi calciofilo meravigliosamente attonito. Ed ai supplementari il Coventry si mangia il campo, il Man United (gioventù allo stato brado, Ten Hag sul lastrico) non sa minimamente come rispondere e incassa all'ultimo respiro, giustiziato da quel supremo ed epocale 4-3 che solo miserabile dea bendata e Var annulla per fuorigioco millimetrico colpa di una regola che sparirà nei prossimi mesi, lecitamente corretta e modificata in vista della prossima stagione. Allora rigorata e altro assist della dea bendata, perché si tirano sotto la curva United. Coventry che addirittura comanda la serie prima di pagar l'emozione e farsi rimontare: decide Hojlund, ma nessuno lo segue, United troppo imbarazzato per andar ad esultare dal suo giovani centravanti danese. Un sospirone di sollievo. E sarà ancora derby di Manchester in finale, un anno dopo doppio Gundogan che sancì primo step di un Treble, quello guardiolano, leggendario.

A TESTA ALTISSIMA Applausi e lacrime per il Coventry, tifosi ancor più straordinari del team, a Wembley costretti a pagar ancora nella maniera calcisticamente più crudele, dopo la finale playoff persa lo scorso anno col Luton. Ma nelle memorie restano gare che valgono più di trofei. Un trionfo, un manifesto, solenne. Gare che spiegano e spirano storia plurisecolare. Ecco perché ha vinto il Coventry. Ecco perché ha vinto, eternamente, la FA Cup.