Premier League, pur per te grande Break: sogni Arsenal, promosse e rimandate, editoriale e sfumature

S'è chiusa pure in Premier una prima parte di stagione, quasi come ai tempi argentini di Apertura e Clausura, contraddistinta da calendario fitto, pregno, contratto. Tra assenze, infortuni e stanchezza. Specialmente per le TOP4 della passata stagione, soprattutto per i loro manager, non è mai stato così complicato. Perchè sei turni di Champions, tutte gare determinanti infrasettimanali, non è esattamente e/o propriamente come giocare Europa o Conference League. Per questo, con 13 gare a cavallo tra metà settembre e inizio novembre, anche le più belle hanno lasciato da parte estetica e smalto. Non è un caso, tra l'altro, che quel sedicesimo e primo turno importante di Carabao Cup, abbia visto l'eliminazione di tutta la Londra importante: a casa Chelsea, Arsenal, Tottenham e West Ham. Furenti e plateali, tra l'altro anche qui, le proteste sugli eventuali ottavi, in programma pensate all'immediata ripresa tre giorni dopo la finale del Mondiale. 

SOGNI ARSENAL E non è un caso che in testa alla classifica sorprenda una novità come l'Arsenal di Arteta: 5 anni di progetto, stavolta campagna acquisti non soltanto onerosa ma finalmente mirata, bagaglio fertile e 37 punti a +5 sul Man City, pronta a riscattare il deludente quinto posto della passata stagione che significa scioltezza e possibilità di schierare giovedì seconde linee e altri giovani della storicamente fertile academy dei Gunners. Arteta gioca e produce, allievo per l'appunto sopra maestro Guardiola, ma l'impressione è che alla ripresa sarà tutta un'altra storia. E proprio i giovani Gunners saranno chiamati a mantenere inerzia e gestire pressione, anche perchè il solito Man City resta chiaramente favorito assoluto, nonostante il piccolo ritardo autunnale. E quest'anno Guardiola ha aggiunto ai propri nastri pure il tasto mancante, e che tasto: Haaland macchina assoluta, impatto straripante, statistiche spaventose. Già quasi 20 gol, 18 centri nemmeno a metà novembre, nonostante l'infortunio (strano.. ribadiamo tasto dominante) che l'ha tenuto fuori nelle ultime gare. Numeri impressionanti. 

TOON TERZO Benissimo, anche questo forse non un caso ma sicuramente un traguardo momentaneamente straordinario che ne dimostra bontà e serietà del progetto, il Newcastle di Howe, soprattutto il Newcastle del nuovo fondo arabo, la proprietà addirittura e probabilmente più ricca in Premier. Investimenti mirati, senza sperperare denaro, esperienza e compattezza. E brilla soprendentemente pure Almiron, oggetto misterioso paraguaiano delle ultime stagioni, che da destra sa sempre illuminare e disegnare. 

ANTONIO Se terzo il Toon, bene e quarto il Tottenham di Conte che nonostante assenze e squalifiche è riuscito a racimolare più punti possibili contro le mediopiccole (anche se parlare di mediopiccole in Premier resta sempre tremendamente relativo). Problema scontri diretti persi contro le Big: 4 sconfitte contro le prime della classe. Approccio deludente nei primi tempi, ma sempre grande reazione alla distanza e grossi punti recuperati nella ripresa. Difesa e quinto a destra da sistemare, ma i punti sono lì, così come la vittoria del proprio raggruppamento Champions, che vedrà il buon Antonio tornare a febbraio nella sua San Siro per affrontare Milan e Stefano Pioli. DELUSE Sorprendono le Top4. Sorprendono perchè se il Man United, nonostante i grandi investimenti tra grana Ronaldo e primi meccanismi Ten Hag, resta quinto ma ancora e lecitamente al primo anno di progetto col nuovo corso, sorprendono le Top4 perchè narrano la momentanea assenza di chi non ha fatto punti: Chelsea e Liverpool. Soprattutto Liverpool. Quasi 10 punti di distanza per entrambe da Newcastle e Tottenham: stagione luinghissima all'orizzonte, ok, ma servirà sterzare e invertire immediatamente la rotta. Il nuovo Chelsea ha silurato Tuchel e ricostruirà da Potter, per Klopp già meno alibi perchè nonostante la cessione di Manè gli investimenti non sono stati pochi, si guardi Darwin Nunez che, malgrado l'ottima partenza, stenta a star dietro ai numeri di Haaland. 

BAGARRE Come ben sapete, come ben approfondito proprio in queste sedi, tanti cambi in panchina a metà classifica, pur in grandi piazze. Il Villa ha salutato Gerrard e conquistato Emery, i limitrofi Wolves hanno convinto Lopetegui, i Saints sulla Manica hanno sganciato Hasenhuttl e preso Nathan Jones dalle leghe inferiori, dal Luton, scommessa futura, contratto fino al 2026. Inizia ad ingranare pure De Zerbi a Brighton: letteralmente esplosi Mac Allister e Trossard, prestigiose frecce delle rispettive nazionali adesso, Argentina e Belgio. E se come detto Wolves e Saints hanno cambiato allenatore in quanto fanaline di coda, ultime due della classe, con 10 e 12 punti rispettivamente. Istituzioni da metà classifica che oggi soffrono la grandezza di una Premier sempre più planetaria e sorprese come Fulham e Bournemouth a metà classifica, ad inizio anno tra le più accreditate dai bookmakers per riscendere immediatamente in Championship. Bene il Palace di Vieira, bella ripresa per Leicester i Brendan Rodgers, sempre in discussione e forse adesso francamente sul lastrico il buon Frankie Lampard, deludente col suo Everton ad una sola lunghezza dalla zona retrocessione.