Mauro Icardi è ancora il 'puntero' da area di rigore

Le modalità con cui si gioca al calcio sono cambiate, sono evolute. E questo è un dato abbastanza incontrovertibile. Certo, le regole sono sempre le stesse, ma l’interpretazione, l’approccio, la fisicità, il dinamismo, sono tutti aspetti che hanno assunto una diversa dimensione con la modernità, ma anche con il nuovo pubblico, la nuova generazione che assiste e ammira il football. Inevitabilmente anche i cosiddetti ruoli in campo nono sono più gli stessi, anzi, a volte utilizzare il termine ruolo sembra quasi una forzatura, poiché il gioco di continuo movimento, e in tal senso il Barcellona e il City di Guardola insegnano. Si parla spesso del “10” che non esiste più, del trequartista che ha fatto le spese a beneficio dei centrocampisti strutturati e fisici ma allo stesso tempo con una base tecnica, senza dubbio minore rispetto al classico 10 di una volta ma con caratteristiche più funzionali alle richieste attuali. In questo discorso si inserisce a pennello anche il classico 9, non solo per l’invenzione del falso nueve. Qui ci sarebbe da aprire una parentesi a parte, poiché la retorica è spesso infondata. Per carità, questa idea ha raggiunto i massimi livelli con Messi, sempre per mano di Pep, o nella Spagna del Mondiale 2010 e dell’Europeo 2012, fortunatamente nel 2008 c’era anche l’ultimo grande 9 spagnolo, Fernando Torres.  Certo il numero 9, rispetto al 10, ha subito variazioni più innocue, proprio perché non avere più attaccanti in un sistema di gioco in uno sport dove vince chi semplicemente fa più gol degli avversari, farebbe cadere tutte le fondamenta, variazioni che si riscontrano nelle caratteristiche individuate dagli allenatori che formano le loro squadre. Eseguita questa lunga premessa, parliamo oggi di Mauro Icardi. Come sempre non citeremo di tutti i dati e le statistiche, sia perché l’obiettivo dei nostri articoli non è questo, sia perché possono essere visionate facilmente. Piuttosto soffermiamoci a una riflessione, andando subito al dunque. Quanti numeri 9, e per 9 intendiamo attaccanti che sappiano siglare in maniera letale gol principalmente l’area di rigore o con il piede forte o con la testa, ci sono al giorno d’oggi più forti di Mauro Icardi? Non parliamo di tecnica, visione di gioco, abilità nel giocare con la squadra e nell’assist, nemmeno di qualità visto che prima abbiamo sottolineato banalmente “piede forte”. Considerando questi parametri Icardi, nonostante gli stop in carriera, è ancora oggi uno dei big. Tra l’altro, si sta parlando di un attaccante che, non solo ha segnato una quantità di reti considerevole in maglia nerazzurra in compagini Inter tra le più scarse della storia, ma spesso si è costruito nel senso di crearsi un’occasione alla minima decente palla servitagli, nonostante non abbia quella qualità citata prima. In tutto questo aggiungiamoci che a differenza di quanto accade per tante punte - e questo riguardano ogni tipologia - non ha messo solo il timbro contro le medio piccole, ma ha spesso deciso big match: la Juventus dei nove Scudetti con Buffon ne sanno qualcosa, ma successivamente anche il Milan - steso in un derby con una tripletta da autentico puntero - Napoli, Roma e Lazio. Senza distinzioni, gol da rapinatore contro le squadre che lottavano per la salvezza e stesso epilogo vs le big italiane. Memorabili anche gli acuti al suo primo anno in Champions League contro Tottenham, PSV e Barcellona, tutti gol pesantissimi. Al PSG e al Galatasaray la musica non è affatto cambiata. Icardi sta continuando a ruggire, il gol dentro l’area piccola è senza dubbio la sua caratteristica migliore. La qualità tolta al trequartista si è distribuita tra la prima punta e i centrocampisti mezzali, basti pensare che oggi un attaccante come Harry Kane sia un calciatore in grado di saper compiere aperture e assist da numero dieci, o calciatori come Bernardo Silva o De Bruyne che venti anni fa avrebbero giocato interamente nella trequarti oggi sono tuttocampisti che corrono e dispensano magia. Con questo non si vuole dire che Icardi sia più forte o completo di altri, o che in un’altra epoca sarebbe stato maggiormente considerato per i propri mezzi, ma semplicemente che Mauro Icardi è ancora uno dei pochi attaccanti da area in circolazione e che, se sfruttati e utilizzati in maniera consona, senza cadere in ideologie basate sul bel gioco e sulla prima punta tecnica, ovviamente tenendo sempre come valutazione le caratteristiche di una squadra, può ancora fare la differenza.