Poch al Man United, matrimonio del destino! Contatti e flirt con Ashton, braccio destro di Woodward: è lui il grande sogno dei Diavoli Rossi

Mauricio Pochettino sogna il ritorno in Premier, è lì dove vuole stare, lì dove vuole trionfare. E sogna una nuova storia d'amore, dopo quella col Tottenham Hotspur. Stavolta non ha più freni inibitori, niente scrupoli, niente legame affettivo per gli Spurs, stavolta può sposare il Manchester United. Che fosse destino era chiaro sin dai tempi del famoso pranzo con Sir Alex Ferguson, in quell'ormai lontanissimo maggio 2016. E Sir Alex ha sempre avuto un debole per Poch, è chiaro, ai più. 

ADDIO SOLSKJAER? Tutto sembra paventato per il grande approdo in casa Red Devils. Perchè ricostruire dopo 25 anni di Ferguson sarebbe stato difficile per chiunque: positiva qualche annata con Van Gaal e Mourinho, senz'altro, ma non s'è mai ricostruito un vero ciclo con fondamenta solide. Qualche top player, età media alta e moltitudine di calciatori sopravvalutati: da anni il Man United non gioca la Champions. Per questo c'era bisogno di ripartire dai giovani ed il lavoro che sta svolgendo Solkjaer (lanciando tantissimi 2000) è senz'altro coraggioso e ragguardevole: quasi un'ammissione, ripartire da capo. Ma il tecnico norvegese non sembra l'uomo giusto, dall'esperienza giusta, ad allenare un club così importante e prestigioso, non sembra il grande condottiero adatto a trasformare i giovani in una vera grande squadra schiacciasassi. 
 
PERCHE' POCH E dunque, chi meglio di Mauricio Pochettino? Solskjaer vanta un contratto di altri due anni col Man United: anche senza Champions finirà la stagione, glielo devono, è stato un giocatore cardine da quelle parti. Amatissimo, tra l'altro, dalla tifoseria. Ma Woodward sa che bisogna cambiare passo, bisogna ingaggiare un allenatore all'altezza delle ambizioni del club e compiere il salto di qualità. Poch ha dimostrato di saper plasmare talento prima e talenti poi, installare una filosofia, installare valori, creare un gruppo prima di una squadra. E' il nome perfetto e la reputazione resta sempre la stessa oltremanica, nonostante l'esonero al Tottenham. D'altronde ciò che ha scritto, con una Champions e due Premier sfiorate, ha fatto il giro del mondo. 
 
FLIRT E ieri era presente a Londra, a Griffin Park, sede storica del Brentford, per assistere alla gara col Leeds. Serie B inglese, ma grande occasione per documentarsi sempre e comunque ma soprattutto per strappare un abbraccio al suo papà calcistico, Marcelo Bielsa, tecnico del "Damned United". Fin qui tutto ok, niente di particolare, se non fosse proprio per il fatto che a Griffin Park ha passato una serata intera con Neil Ashton, da tempo ormai noto braccio destro di Mr Woodward, vertice assoluto del Manchester United. Da qui sirene e soprattutto, l'astuzia di giornalisti britannici in grado di strappare a Poch dichiarazioni emblematiche.
 
LE SUE PAROLE "Certo che mi piacerebbe tornare in Premier - ha spiegato ieri sera Mauricio ai microfoni di Sky Sports Uk - ancora non è chiaro il mio futuro, non posso far altro che attendere la chiamata giusta. Adesso è il momento di recuperare energie dopo tanti anni al Tottenham, posso pensare un minimo a me stesso, ma devo sempre restar pronto perchè nel calcio tutto può succedere, anche repentinamente. Aspetto la prossima sfida, sarà fantastica"
 
"ORGOGLIO TOTTENHAM" E torna pure a parlare dell'avventura al Tottenham: "Certo che sono orgoglioso di quanto fatto - spiega - sono arrivato in un momento complicatissimo, un momento di transito, tra il vecchio White Hart Lane, gli anni di Wembley e il nuovo stadio, senza dimora fissa, tutto in evoluzione. E solo che vive il football tutti i giorni riesce a comprendere quanto sia stato complicato. Ma giocare la Champions tutti gli anni, arrivare sempre davanti all'Arsenal e trascorrere tutto quel tempo con gli Spurs è stato fantastico. Abbiamo applicato le nostre idee e proiettato il Tottenham ad un altro livello internazionale, oggi gli Spurs sono tutt'altro club rispetto a quando arrivammo, io e il mio staff. Certo che vincere un titolo sarebbe stato fantastico, ma abbiamo scritto comunque storia in grado di poterci rendere orgogliosi, di quanto fatto".