Luis Suárez, incisività e intelligenza

di Matteo Corona

Negli ultimi anni sono nate varie diatribe su chi fosse il numero nove più forte del mondo. Tolti Messi e Ronaldo, che di fatto hanno segnato più delle classiche prime punte e rappresentano una categoria a parte, gli attaccanti che si sono distinti per classe e numero di gol non sono certo mancati. Probabilmente, facendo un riassunto tra le varie stagioni degli ultimi anni, Ibrahimović, Lewandowski, Suárez, Benzema, Higuain e Aguero sono coloro che si sono guadagnati un capitolo speciale. Ecco, è necessaria immediatamente una premessa doverosa: non intendiamo elogiare o "premiare" uno tra questi giocatori, ma piuttosto mettere in evidenza la capacità di incidere e di essere decisivo in più contesti di uno di questi. Nel corso della lettura ne capirete la motivazione.

ANGELI E DEMONI - Luis Suárez, nel corso della sua carriera, è spesso al centro di polemiche per i suoi atteggiamenti "fuori dalle righe". Spiccano, in maniera negativa, gli insulti razzisti a Patrick Era in Premier League nel 2011 - con successiva mancata stretta di mano - i morsi a Ivanovic e a Chiellini nei Mondiali del 2014. La classe di Suárez è però evidente, tangibile. Con il Liverpool si rende protagonista di prestazioni magnifiche e gol incredibili (da ricordare quello da oltre 50 metri al Norwich City), punisce spesso le big del campionato, e nell'ultimo anno con i Reds sfiora la vittoria della Premier laureandosi capocannoniere con 31 centri - eguagliando il record di Ronaldo e Shearer -. Insomma, l'urugagio dimostra di essere devastante anche nel campionato più difficile al mondo. 

CONSACRAZIONE E INCISIVITA' - Non va dimenticato un aspetto fondamentale nel percorso di Suárez: le prestazioni in Nazionale. Dopo aver partecipato ai Mondiali del 2010, con la "parata" contro il Ghana che alla fine si rileva decisiva per l'approdo in semifinale dell'Uruguay, nel 2011 viene premiato come miglior giocatore della Copa América, sbloccando la finale con il Paraguay e servendo un assist a Forlan. 3-0 storico e vittoria della competizione. C'è però una squadra che Suárez deve ringraziare particolarmente, ed è il Barcellona. Già, perché nel suo periodo più complicato, extracalcisticamente parlando, per via dei suoi comportamenti poco consoni alla sportività, El Pistolero viene acquistato dal club catalano per quasi 75 milioni di sterline, nonostante debba scontare la squalifica per il morso a Chiellini. I blaugrana credono in lui, credono soprattutto nel nuovo tridente MSN, Messi-Suarez-Neymar, un trio stellare. Il primo anno è magico per l'uruguaiano. Si integra alla perfezione nel sistema di Luis Enrique, nasce un'amicizia speciale con Messi che dura ancora oggi e che lo aiuta nell'ambientamento e nella sua rinascita "sociale" nel mondo del calcio. In Champions League sforna prestazioni d'alta scuola - vedi quella col PSG -, nella semifinale col Bayern Monaco non segna ma il suo contributo è palese, cosa che invece fa in finale con la Juventus, firmando la rete del 2-1 - finirà poi 3-1 nel finale -. Da ricordare anche le reti in finale del Mondiale per Club e gli acuti con il Real Madrid. Insomma, si è capito che di certo Suarez non è un attaccante che soffre le finali ed i grandi appuntamenti, anzi, tutt'altro. Cosa che sta ripetendo attualmente all'Atletico Madrid.

PUNTI DI FORZA - Rimane difficile individuare un singolo punto di forza della punta, ma ciò rende speciale Suárez. Rapidità e agilità, unite ad un senso del posizionamento incredibile e ad un gran tiro, rendono El Pistolero estremamente letale in area di rigore. Ma non finisce qui. E' chiaro che, anche tecnicamente, stiamo parando di un calciatore di livello. Probabilmente, però, è l'intelligenza nel saper leggere le azioni che danno quella marcia in più. Tutti vorrebbero giocare con Messi, ma in pochi riescono a farlo, esaltando allo stesso tempo le caratteristiche uniche della Pulce. Ecco, l'uruguaiano ci è riuscito, e la sua assenza si è sentita e si sente tutt'ora. Questa velocità di pensiero si può riscontare anche in altri ambiti e palcoscenici. Ad esempio, Suárez è riuscito ad imporsi in ogni campionato e competizione che ha giocato, contro varie tipologie di difese ed idee di calcio, ma soprattuto in diversi sistemi di gioco: dal 4-4-2 di Tabarez in Nazionale dove formava il tandem d'attacco con Forlan - ed era proprio Suárez che spesso scambiava posizione con Cavani che partiva esterno - al sistema più dinamico ed esplosivo del Liverpool, dove la mobilità era all'ordine del giorno visti i movimenti di Sterling, Sturridge e Gerrard. L'evoluzione è continuata al Barcellona, più qualità e palleggio, dove praticamente dai tempo di Eto'o non si vedeva un numero nove imporsi in questa maniera. Lui lo ha fatto e ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Luis Suárez è uno degli attaccanti più forti della storia, e non lo diciamo noi. Lo dicono i numeri, i titoli vinti, i gol e gli assist sfornati, il suo essere decisivo in scenari prestigiosi e in grandi squadre.