Cuore Tottenham: Kane, Alli e Dier in pellegrinaggio a casa Poch. Ma adesso è tempo di vincere..

Se proprio era il caso di distruggere la storia d'amore più bella del calcio moderno e di iniziare seriamente a vincere e far la voce grossa davanti a Liverpool e Manchester City, per cambiare i destini del Tottenham quantomeno in termini di titoli, quell'uomo non poteva essere che lo Special One, Jose Mourinho, un uomo che ha vinto ovunque e comunque, anche nelle sue parentesi meno felici, si guardi al tripletino conquistato col Man United. E Mourinho è stato: ormai è storia, settimana scorsa chiusa l'era Pochettino, pluriennale ed epocale per valori e crescita esponenziale di un club prima di lui ridotto all'osso, s'è aperta l'era Josè. E Daniel Levy, stavolta, ha stupito tutti: perchè Mou persegue sempre e comunque la vittoria del titolo, è presumibilmente il tipo che preferisce arrivar quinto ma vincere un trofeo domestico che arrivare quarto e consegnare al suo presidente i soldi della Champions senza sollevare alcuna coppa. Evidentemente Daniel Levy s'è convinto e ha capito che consegnare la squadra di oggi a Josè fosse il modo migliore per passare alla storia. Un vecchio leone che tutti davano per finito e ora dimostrare di esser ancora uno dei migliori allenatori della storia di questo sport. Anche perchè Jose ama imporsi dove, nonostante tutto, s'è vinto poco. E il palmares del Tottenham, nonostante i risultati ottenuti nell'ultimo decennio, è completamente deserto. Pensate, l'ultimo a vincere fu Juande Ramos, una Coppa di Lega nell'ormai lontano 2008, uno degli allenatori più disastrosi della storia del club, quasi come Villas Boas, ad infilarsi senza gloria tra i grandi Martin Jol, Harry Redknapp, Mauricio Pochettino. 

PELLEGRINAGGIO Ma il Tottenham Hotspur non è un club come gli altri. Possiede ed emana valori. Specialmente chi lo sostiene, chi lo veste, come il parco giocatori attuali. E Pochettino non avrà vinto i titoli, ma come il gran pubblico riversatosi sui social ha dimostrato, ha vinto molto di più: il cuore del popolo del nord di Londra, incarnandone valori ed emozioni. E così i giocatori, per cui la figura a mio avviso più bella del football moderno non è stato semplicemente un manager, ma un padre, un amico fraterno. Così Kane prima, Alli e Dier poi, si sono riversati a casa Poch per mostrargli vicinanza dopo l'esonero che ha scottato un pochino tutti, soprattutto nel cruento mondo del calcio moderno. "Sono stato da lui - ha spiegato Kane - ho passato 5 anni e mezzo con lui. Dovevo andarlo a trovare" parla cuore uragano. Eco Alli: "E' stato mio amico. Mi ha insegnato molto, anche all'esterno del rettangolo di gioco. Non potrò mai esprimere abbastanza parole per mostrare quanto sia lui grato. Siamo stati insieme, non so quanto, non guardavo l'orologio, il tempo passava velocemente. Ovviamente parlavamo di tutt'altro, non di calcio, ne abbiamo parlato per 5 anni e mezzo". Insomma, bravi ragazzi. Calciatori fatti e plasmati dal buon Mauricio, ma che oggi stanno diventando grandi. D'altronde c'era un motivo se il diciottenne Dele semplicemente un bulletto di Milton Keynes divenne tra i migliori centrocampisti offensivi incursori d'Europa, d'altronde c'era un motivo se un piccolo attaccante non trovava spazio nè in Championship nè in League One divenne uno dei centravanti più forti d'Europa. E ne sono stati riconoscenti. Gliene va dato atto. Così come la stragrande maggioranza dei calciatori degli Spurs che hanno dedicato righe romantiche sui propri account Instagram al loro mentore, il signor Mauricio. Un figlio di contadini che ha scelto di coltivare i propri sogni, in maniera unica, proprio perchè coltivati coi suoi valori, col suo cuore, con la sua passione. 

PASSAGGIO DI CONSEGNE E quindi, se proprio ci fosse bisogno di un passaggio di consegne, questo è stato il momento più opportuno. Senz'altro. Perchè Mauricio Pochettino è stato straordinario, ha portato il club al fatidico next level, ha creato tutto da solo e fatto sognare tutto e tutti. Ha creato il calciatore, ha creato i calciatori, li ha plasmati, li ha fatti diventare squadra, ha installato una nuova filosofia. Perchè no? Verso l'infinito e oltre. E così è stato, finale di Champions. In 5 anni una cavalcata pazzesca, se consideriamo da cui partì Mauricio: ciclo Modric, Bale e Van Der Vaart ormai terminato, macerie AVB&Sherwood. Mauricio ha incarnato il To Dare is To Do, l'osare è fare. Mauricio ha incarnato, abbracciato e sposato i valori del club. Mauricio ha espresso in campo il Tottenham Way, il calcio elegante, richiesto da un pubblico dal palato sopraffino, dal fascino tremendamente britannico. Ma ha mancato l'ultimo guizzo, quello di saper leggere le partite, impartire la mentalità vincente, quelli di trovare il cambio giusto, cambiare direzione di gara, studiare gli errori degli avversari. E allora Josè. Già, due amici che calcisticamente hanno in comune un dettame, quello dell'intensità, ormai chiave atletica del calcio moderno. Ma Mou la usa a modo diverso. Mou vuole incidere, Mou vuole vincere. Mou ha sempre espresso che il primo dettame per essere una grande squadra e vincere i titoli è conoscere i propri limiti, saper trionfare attraverso e mascherando i propri difetti. Scrutando analiticamente la propria squadra ma soprattutto giocando a scacchi con gli avversari, sfruttando al massimo i loro punti deboli, colpendoli in ogni zolla, scrutando la loro parte più vulnerabile. E lui non sbaglia mai sostituzione, è uno stratega, un malefico stregone. Colui scelto per valorizzare la rosa e il lavoro costruito da Mauricio Pochettino. Kane sposa Mou: "Lo conosciamo tutti, ha vinto ovunque, penso che io sia arrivato ad uno stage della mia carriera dove voglio vincere titoli, ho reso chiaro che lo voglio fare al Tottenham. E lui è l'uomo giusto".  Il tecnico argentino riteneva chiuso il ciclo dei senatori, quelli belga come Vertonghen e Alderweireld, o gente come Rose ormai da tanti anni al Tottenham Hotspur. Chissà che con Mourinho possa cambiare tutto, chissà che lo special one non possa rimetterli al centro del progetto, perchè sono gente forte e si sa, l'esperienza è la chiave dei vincenti. Esperienza in campo, la loro, Mou lo sa. Sarà comunque un Tottenham esteticamente bene brillante ma nettamente più concreto, un Tottenham che imparerà come gestire risultati e reggere pressione conquistando bottino pieno quando conterà davvero. E' l'effetto Mou, l'uomo perfetto per il next level.